L’attività fisica come mezzo per ritardare il processo di invecchiamento
Lo sapevi che l’inattività fisica è considerata il 4° fattore di rischio di mortalità a livello globale?
L’anzianetà è un periodo particolare della vita, caratterizzato da processi fisiologici di decadimento organico che affliggono le capacità fisiche e cognitive della persona, quali : la vista, l’udito, la mobilità e l’equilibrio, determinando condizioni come: demenza, disturbi dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio, disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico (come l’osteoartrosi) e diabete.
Nel 2005 l’organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) definisce gli obiettivi di” Healthy Ageing” con l’intenzione di fornire indicazioni su come sviluppare e mantenere il benessere nella persona anziana.
L’obiettivo della WHO (Healthy ageing) è quello di mantenere le capacità fisiche, mentali e mantenere le abilità funzionali attraverso il corso della vita.
In questo articolo ci soffermeremo sulle indicazioni che L’ WHO (organizzazione mondiale della sanità) fornisce per ciò che riguarda il mantenimento e lo sviluppo dello stato di salute attraverso l’attività motoria e l’esercizio fisico nell’età anziana.
Analizziamo brevemente alcuni aspetti:
RIDOTTA MOBILITÀ
La mobilità rappresenta un fattore importante delle capacità fisiche della persona: la riduzione della massa muscolare e della forza, così come un decremento della flessibilità e dell’equilibrio potrebbero compromettere la mobilità.
Alcuni studi dimostrano che la riduzione della mobilità è ricercata nel 39% delle persone con più di 65 anni di età e tale processo può essere rallentato se esercizi appropriati sono inseriti in un programma motorio bene strutturato, ad esempio: capacità di equilibrio, flessibilità e capacità aerobica, risultano essere fondamentali nel ridurre la progressione di tale condizione.
RISCHIO DI CADUTE
Il decremento delle capacità fisiche nelle persone anziane spesso si evidenzia in cadute. Circa 1/3 delle persone sopra ai 65 anni di età cadono almeno una volta ogni anno.
Le cadute sono dovute ad una combinazione di fattori estrinseci (ambientali) e intrinseci (disturbi degli organi di senso come la vista, l’apparato vestibolare e disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico che affliggono il controllo posturale).
Il rischio di cadute potrebbe essere ridotto con esercizi, terapia fisica e valutazione dei pericoli domestici (tappeti, calzature improprie e scarsa illuminazione).
Un programma di esercizi fisici dovrebbe essere incluso in ogni piano di cura per le persone con rischio di cadere, ad esempio :
– equilibrio, flessibilità, allenamento aerobico e di resistenza.
Molti studi dimostrano che tali attività migliorano la struttura muscolare dell’anziano, determinando una riduzione significativa del tasso di caduta.
INCONTINENZA URINARIA
L’incontinenza urinaria, definita come la perdita involontaria di urina, affligge 1/3 della popolazione mondiale e rappresenta una conduzione disabilitate per chi ne è affetto. La sua prevalenza aumenta con l’età e tra i fattori di rischio principali vi è :
Gravidanze e modalità del parto, obesità, elevate assunzioni di caffeina, alcol, fumo, disordini neurologici e attività fisiche intense.
Alla base dell’incontinenza urinaria (soprattutto per ciò che riguarda il genere femminile) vi è una disfunzione dei muscoli del pavimento pelvico o della vescica, determinando uno scarso controllo volontario dell’inibizione alla minzione.
La PFMT (Pelvic floor muscle training) Potrebbe essere raccomandata per persone anziane con incontinenza urinaria.
La PFMT mira a migliorare la funzione muscolare del pavimento pelvico attraverso l’utilizzo di esercizi specifici che coinvolgono la muscolatura suddetta.
DISTURBO COGNITIVO LIEVE E DEMENZA
L’invecchiamento determina dei cambiamenti a livello del Sistema Nervoso Centrale, in particolare delle funzioni cognitive che determinando l’indipendenza funzionale della persona: memoria di lavoro, capacità e velocità di elaborazione delle informazioni, capacità di controllo esecutivo ecc. Tali alterazioni dipendono da una riduzione di volume delle strutture deputate alle suddette funzioni (ad esempio : aree della corteccia prefrontale, striato e ippocampo) determinata da una riduzione della densità sinaptica (connessioni tra i neuroni) e da una riduzione della concentrazione dei neurotrasmettitori (mezzo attraverso il quale i neuroni comunicano tra loro), tra i quali : dopamina, serotonina e noradrenalina.
Alcuni studi dimostrano che la fitness cardiocircolatoria è associata all’attività cognitiva dell’anziano, dimostrano che un miglioramento dell’attività del cuore indotto dall’esercizio fisico di tipo aerobico, resistenza, e dual task favorisce una maggiore attivazione delle aree cognitive compromesse, determinando effetti a lungo termine sulle capacità cognitive dell’anziano.
Riferimenti bibliografici:
– Integrated care for older people-guidelines on community-level interventions to menage declines in intrinsic capacity. Whorld Health Organization;2017.
– Insights into the ageing mind: a view from cognitive neuroscience. Trey Hedden and John D. E. Gabrieli. Nature publishing group; 2004.
– Effect of exercise modes on neural processing of working memory in late middle- aged adults : an FMRI study. Feng-Tzu Chen et al. Frontiers in Aging Neuroscienze; 2019
Dott.sa Martina Mariani